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Rimuginio: come liberarsi dal ciclo infinito dei pensieri negativi

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Ansia, Paura e Stress

Rimuginio: come liberarsi dal ciclo infinito dei pensieri negativi

È notte fonda.

La città dorme immersa nel silenzio, ma nella tua mente c’è un frastuono che non ti dà tregua. Gli stessi pensieri, gli stessi dubbi, le stesse paure, girano in loop come un disco rotto nella tua mente.

Rivivi quella conversazione imbarazzante avuta giorni fa, ripensi a quell’errore sul lavoro, rifletti su quel progetto che non riesci a concludere… tutti questi pensieri si rincorrono nella tua mente, ancora e ancora.

Ecco il rimuginio. Ossia quando continuiamo a rimestare e a rigirare continuamente con la mente sugli stessi episodi, ricordi o idee, ripercorrendo sempre le stesse circolari catene di pensiero… senza mai arrivare ad una soluzione.

Ti è mai capitato? Ti suona dolorosamente familiare?

Se è così, non sei solo. Questo fenomeno, purtroppo, è qualcosa che molti di noi sperimentano, ma c’è anche una buona notizia. Nonostante il rimuginio sia uno dei nemici più comuni della nostra tranquillità mentale, esistono strategie che possiamo adottare per interrompere il circolo vizioso dei pensieri negativi.

Ovviamente non ho una soluzione magica, ma in questo articolo troverai ricerche scientifiche e tecniche validate dalla psicologia che possono aiutarti a riprendere in mano le redini dei tuoi pensieri. È tempo di cambiare disco, di smettere di rigirare sugli stessi contenuti mentali e di tornare a fare spazio nella nostra mente.

Sei pronto a fare il primo passo verso un’esistenza più serena e libera dal rimuginio? Allora iniziamo.

📌 Se credi che queste informazioni possano essere di aiuto a qualcuno che conosci, non esitare a inviargli questo articolo. A volte, un semplice gesto può essere il primo passo verso un grande cambiamento nella vita di una persona.

INDICE DEI CONTENUTI

      1. Cos’è il rimuginio? Lavoriamo sulla consapevolezza
      2. Come il rimuginio influisce sul nostro benessere psicologico: uscire dalla mente e andare verso l’azione
      3. La strategia base per affrontare il rimuginio: prendere un appuntamento con il rimuginio
      4. Esercizi di mindfulness per il rimuginio: l’importanza dell’esercizio fisico nella natura
      5. Tenere un diario dei pensieri: usare la scrittura per liberare la mente dal rimuginio
      6. Conclusioni: cambiare il nostro filtro mentale
📌 Se i pensieri persistenti stanno influendo sulla tua qualità di vita, potrebbe essere il momento di cercare un supporto professionale. In MindCenter, comprendiamo l’impatto debilitante del rimuginio e siamo qui per aiutarti. Prenota qui un colloquio con uno dei nostri specialisti.

 

1) Cos’è il rimuginio? Lavoriamo sulla consapevolezza

Il rimuginio è una forma di pensiero ciclico, negativo e ricorrente.

Spesso le persone lo utilizzano pensando che sia utile per risolvere situazioni passate, affrontare problemi futuri, ridurre emozioni spiacevoli, trovare rassicurazioni su ciò che si è fatto, detto, sulle reazioni che altri hanno avuto… insomma per trovare una soluzione e quindi un sollievo.

In realtà, udite udite, l’esito concreto del rimuginio è solo l’amplificazione del disagio. Rimuginare non risolve i problemi ma li aumenta e di fa perdurare.

L’atto del pensare, nel contesto della risoluzione dei problemi, ha una sua utilità nel momento in cui aiuta ad analizzare la realtà al fine di mettere in atto delle azioni. Al contrario, il rimuginio è un atto mentale sterile, che non conduce a nessuna azione.

Per dirlo con le parole dello psicoterapeuta Giulio Cesare Giacobbe: “Un pensiero [ndr: negativo] che dà luogo all’azione non è una sega mentale. Un pensiero che NON dà luogo all’azione è una sega mentale”.

Il primo spunto è tutto qui: consapevolezza. Ossia renderci conto che, in un dato momento, stiamo rimuginando (e non più pensando) e ricordarci che rimuginare non ci servirà a nulla, se non a sentirci peggio. A volte semplicemente questo può fare la differenza.

E se il rimugino è una modalità di pensiero ricorrente e negativo a cui non segue alcuna azione… la prima cosa da fare per superarlo è: agire. Ma prima di immergerci nelle azioni pratiche che possono aiutarci a spezzare questo ciclo, è importante approfondire ulteriormente la natura del rimuginio, partendo dal circolo vizioso che lo caratterizza.

rimuginio uomo pensieroso

Il circolo vizioso del rimuginio

Non so se l’hai mai pensata in questo modo ma i pensieri spiacevoli possono trasformarsi in ciliegie: uno tira l’altro.

Quando ci troviamo immersi in questo ciclo in cui i pensieri diventano negativi, si ripetono e si rafforzano reciprocamente è come se la mente fosse prigioniera delle proprie preoccupazioni, incapace di trovare una via d’uscita. Ogni pensiero negativo dà il via a un altro pensiero simile o correlato, e poi a un altro e un altro ancora creando un flusso incessante di ansia e stress.

Questo circolo può diventare così opprimente da impedire la concentrazione su qualsiasi altra cosa, diventando in casi estremi una vera e propria crisi ossessiva che ha il potere di compromettere la nostra salute mentale e il benessere emotivo.

Se ti stai chiedendo che faccia abbia il circolo vizioso del rimuginio, te lo mostro:

  1. Innesco: Il ciclo si innesca con un pensiero negativo o una preoccupazione specifica che emerge nella mente.
  2. Fissazione: Si inizia a riflettere ripetutamente su questo pensiero, e la mente comincia a collegarlo a situazioni o preoccupazioni simili, creando una rete di pensieri interconnessi.
  3. Amplificazione: Il pensiero negativo e i pensieri ad esso collegati si amplificano a vicenda, portando a un’escalation di preoccupazione e negatività.
  4. Emozioni negative: Questo processo di amplificazione intensifica le emozioni spiacevoli come ansia, tristezza e frustrazione.
  5. Persistenza: Il rimuginio si autoalimenta e persiste, diventando un circolo vizioso che si auto-rinforza con l’aggiunta di ulteriori pensieri negativi, danneggiando il benessere mentale.

Ecco, riconoscere questo circolo vizioso è il primo passo per romperlo. E con le giuste strategie, è possibile interrompere questa spirale fagocitante e recuperare il benessere.

Rimuginio vs. pensiero fluido

Il rimuginio e il pensiero fluido rappresentano due approcci mentali molto diversi.

Il primo è un processo che intrappola in cui ci si concentra ricorsivamente su pensieri negativi o preoccupazioni, spesso senza ragione o soluzione. Il pensiero fluido, al contrario, è la capacità di lasciar fluire liberamente i pensieri senza venirne intrappolati: è un processo creativo. Mentre il rimuginio può portare ansia e stress, il pensiero fluido offre spazio per l’ispirazione e la creatività. Se tendi al rimuginio, imparare a distinguere tra i due e coltivare il secondo è essenziale

Il circolo virtuoso del pensiero fluido è un processo mentale fruttuoso in cui la mente entra in un flusso di idee, ispirazioni e soluzioni. A differenza del circolo vizioso del rimuginio, che è caratterizzato da pensieri negativi e persistenti, il circolo virtuoso del pensiero fluido è altamente costruttivo. Ecco come funziona:

  1. Innesco piacevole: il circolo virtuoso è innescato da un’ispirazione piacevole che può derivare da varie fonti come la curiosità per qualcosa, l’interesse per un argomento o la condivisione con qualcuno.
  2. Esplorazione libera: una volta innescato, il pensiero fluido consente alla mente di esplorare liberamente quell’idea o ispirazione innescante. Non ci sono restrizioni o limitazioni e la mente è aperta a nuove prospettive.
  3. Creatività e soluzioni: questo movimento libero ed esplorativo spesso porta a un aumento della creatività e quindi alla generazione di soluzioni originali per i problemi.
  4. Feedback positivo: le soluzioni creative o le nuove idee generano un feedback positivo da parte delle persone che ci circondano, il ché alimenta ulteriormente il processo. Questo feedback positivo quasi sicuramente aumenta la motivazione e porta ad avere maggiore fiducia nelle proprie capacità.
  5. Crescita personale: il circolo virtuoso del pensiero fluido, come quello vizioso del rimuginio, è un ciclo in continua crescita ma al contrario del circolo vizioso del rimuginio porta piacere. Man mano che si accumulano nuove idee e soluzioni, si sviluppa la capacità di affrontare le sfide in modo innovativo, dunque, la crescita personale e quella professionale sono quasi inevitabili.

Ebbene: ogni volta che ci fermiamo a osservare il nostro rimuginare, ogni volta che scegliamo consapevolmente di lasciare andare un pensiero anziché rimanervi attaccati, gettiamo un ponte verso il pensiero fluido. Nel prossimo paragrafo, inizieremo a costruire quel ponte, esaminando le strategie per affrontare il rimuginio e incanalare i nostri pensieri verso un flusso più armonioso e produttivo.

 

2) Come il rimuginio influisce sul nostro benessere psicologico: uscire dalla mente e andare verso l’azione

Il rimuginio può essere paragonato a un abisso mentale in cui i pensieri negativi e le preoccupazioni si nutrono a vicenda, trascinando la nostra mente in uno stato di ansia e stress continuo. Riconoscere quando iniziamo a rimuginare è cruciale per poter arrestare questo processo disfunzionale e riprendere un maggior controllo sulle nostre emozioni e azioni.

Qual è la primissima e più risolutiva cosa che possiamo fare quando ci rendiamo conto di rimuginare? Dobbiamo “uscire dalla nostra mente” e cercare il confronto con la realtà attraverso azioni concrete.

Ad esempio, se ti trovi a rimuginare su una discussione avuta con il tuo partner, piuttosto che lasciare che i pensieri negativi si accumulino, prendi il telefono e chiamalo. Un dialogo diretto può essere il modo più rapido e sincero per chiarire eventuali incomprensioni e per fermare il flusso di pensieri negativi che potrebbe altrimenti diventare opprimente.

Se sei angosciato per un possibile errore fatto sul lavoro, anziché continuare a rimuginare sulle possibili conseguenze, passa all’azione. Prendi l’iniziativa di controllare il tuo lavoro e, se trovi un errore, fai quello che è in tuo potere per ripararlo.

Se sei preoccupato per un esame universitario particolarmente difficile, anziché passare ore a preoccuparti per l’esito, datti da fare. Impiega le tue energie mentali per organizzare un piano di studio dettagliato, con obiettivi giornalieri, per prepararti al meglio.

Se il dubbio o la preoccupazione attorno a cui stiamo rimuginando non possono essere affrontati nell’immediato tramite azioni concrete, è utile programmare un momento futuro in cui potremo occuparcene. Fissa in agenda, nei prossimi giorni, uno spazio dedicato in cui dedicherai a quel problema.

Insomma, questa transizione verso l’azione è il ponte che ci fa passare dalla paralisi dei pensieri incessanti al senso di progresso che deriva dall’aver messo a terra qualcosa di concreto. Come mi piace spesso dire: “occuparsi è più utile di preoccuparsi”.

rimuginio e disturbi mentali

Effetti del rimuginio sulla salute mentale

Il rimuginio cronico può avere un impatto significativo sulla nostra salute mentale, non posso nascondertelo. Questo processo intrusivo di ripetizione di pensieri negativi e preoccupazioni costanti può innescare o aggravare vari disturbi mentali, tra cui ansia e depressione.

Quando una persona è costantemente immersa in pensieri opprimenti e non riesce a sfuggire al ciclo del rimuginio, il suo benessere psicologico può gradualmente deteriorarsi. L’ansia può aumentare a causa delle preoccupazioni costanti, mentre la depressione può peggiorare a causa della sensazione di impotenza nel rompere questo ciclo.

Inoltre, il rimuginio può influire negativamente sulla qualità del sonno poiché le persone spesso portano questi pensieri negativi a letto, rendendo difficile il rilassamento. Il mancato riposo può ulteriormente contribuire a problemi di salute mentale.

È davvero importante riconoscere l’effetto dannoso del rimuginio sulla salute mentale e cercare strategie per affrontarlo in modo costruttivo.

Rimuginio e disturbi psicologici

Il rimuginio è strettamente correlato a numerosi disturbi psicologici. È spesso un sintomo o una componente significativa di queste condizioni che contribuisce a peggiorarne le manifestazioni e a mantenere in essere situazioni di malessere psicologico.

Alcuni dei disturbi in cui il rimuginio svolge un ruolo chiave sono:

  • l’ansia generalizzata
  • il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
  • la depressione
  • il disturbo da stress post-traumatico (PTSD)

Nel caso dell’ansia generalizzata, ad esempio, si potrebbe essere presi da pensieri costanti di preoccupazione e apprensione su eventi futuri, anche quando non vi è una minaccia immediata. Questi pensieri ricorrenti rientrano nel processo di rimuginio e possono alimentare ulteriormente l’ansia. Nel disturbo ossessivo-compulsivo, il rimuginio può manifestarsi sotto forma di ossessioni, che sono pensieri intrusivi e indesiderati che si ripetono incessantemente. Le compulsioni, invece, sono comportamenti rituali o azioni che le persone compiono per cercare di alleviare l’ansia causata dalle ossessioni. Questo ciclo di pensieri ossessivi e compulsioni è la conseguenza evidente di un’attività mentale rimuginativa.

Anche nel caso della depressione, spesso è compresa una serie di pensieri negativi su se stessi, il mondo e il futuro. Questi pensieri possono diventare un circolo vizioso aggravando la depressione stessa. Infine, nel disturbo da stress post-traumatico, i ricordi intrusivi e i pensieri costanti legati all’evento traumatico rappresentano un tipo di rimuginio che può essere estremamente debilitante per chi ne soffre. [Quando il nostro pensiero continua a tornare ricorsivamente e spiacevolmente al passato, il termine più preciso è “ruminazione“. La ruminazione può includere rimpianti, rimorsi, o persistenti “se solo” che mantengono una persona bloccata in cicli di pensiero che impediscono il movimento verso il futuro].

Come vedi in tutti questi casi, il rimuginio rappresenta una sfida significativa per la salute mentale e richiede spesso l’intervento di professionisti per aiutare le persone a gestire e superare questi disturbi.

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3) La strategia base per gestire il rimuginio: prendere un appuntamento con il rimuginio

Una delle strategie più efficaci e sorprendentemente semplici per meglio gestire il rimuginio consiste nell’usare una tecnica che potremmo chiamare “l’appuntamento con il rimuginio”.

Il razionale è questo: se proprio dobbiamo rimuginare, possiamo farlo ma a delle condizioni, cioè per un tempo e in uno spazio prestabilito.

Per esempio, puoi decidere che alle 18 di ogni pomeriggio dedicherai 30 minuti di tempo a passare in rassegna tutti i tuoi pensieri negativi e a rimuginarci sopra. Ecco: questo è “il tempo del rimuginio”. Lo puoi segnare in agenda ed eventualmente impostare una sveglia per ricordarlo.

Se durante la giornata ti accorgi di stare rimuginando, fermati e posticipalo al tuo appuntamento. Avrai la possibilità e il tempo di occupartene, ma non in questo momento. Quando quel momento arriverà, metti il timer a 30 minuti e, per tutto quel tempo, concediti di preoccuparti in libertà.  Ma solo se ancora pensi che sia utile. Altrimenti potrai farlo l’indomani alla stessa ora durante il tuo appuntamento.

Questa tecnica è molto interessante perché consente di tutelare il nostro tempo ed evitare che il rimuginio cannibalizzi tutta la nostra vita.

rimunigio e l'importanza del timer

Organizzare il tempo del rimuginio

Torniamo per un attimo sull’importanza di organizzare il tempo del rimuginio perché è una strategia veramente efficace per gestire il ciclo di pensieri negativi.

Quando ti trovi intrappolato nel rimuginio, può sembrare che non ci sia via d’uscita, ma stabilire delle regole chiare può aiutarti a recuperare un senso di controllo sulla tua stabilità.

Andiamo dunque un po’ più a fondo: una delle prime cose da fare è identificare un momento specifico durante la giornata in cui ti permetterai di dare libero sfogo al rimuginio. Prima suggerivo le 18 di pomeriggio, ma potresti scegliere di dedicare mezz’ora la sera dopo cena per esplorare liberamente i tuoi pensieri. Questo diventerebbe il “tempo del rimuginio”.

Durante il resto della giornata, quando i pensieri di rimuginio inizieranno a emergere, potrai gentilmente rifiutarti di dar loro spazio e dire a te stesso che affronterai questi pensieri durante il “tempo del rimuginio”.  In alternativa, potresti visualizzare mentalmente di mettere un “post-it” su quel pensiero, con scritto “Da affrontare durante il tempo del rimuginio”. Ogni volta che il pensiero negativo emerge, mettici il post-it e decidi consapevolmente di rimandare il pensiero a più tardi.

Ecco come eviterai che il rimuginio si diffonda e consumi tutto il tuo tempo e la tua energia.

Mi raccomando, resta flessibili con te stesso o con te stessa:

  • Se durante il “tempo del rimuginio” dovessi renderti conto che alcuni pensieri non sono così urgenti o importanti come pensavi, potrai decidere di lasciarli andare e concentrarti su altro.
  • Se per te funzionasse meglio dare spazio a questa attività la mattina o in altre occasioni va benissimo: permettiti di sperimentare.

Il ruolo del timer

Utilizzare un timer può sembrare insolito, ma si rivela un ottimo alleato nella gestione del rimuginio. Ci aiuta infatti a mantenere una struttura e un limite di tempo per questa attività mentale.

Quando ti trovi a dare spazio al rimuginio, il tempo può sembrare sfuggirti di mano; l’utilizzo di un timer aiuta a contrastare questa tendenza e a stabilire un inizio e una fine chiari per il tuo periodo di riflessione.

Ad esempio, se hai deciso di dedicare 30 minuti al “tempo del rimuginio” ogni sera dopo cena, puoi impostare un timer per questa durata.

Quando il timer suonerà, saprai che è il momento di concludere la sessione indipendentemente da quanti pensieri hai affrontato o quanto sei andato avanti nell’elaborazione mentale. Questo ti impedirà di cadere nell’abisso del rimuginio senza fine e ti costringerà a essere più efficiente nel tuo processo di pensiero.

 

4) Mindfulness per il rimuginio: l’importanza dell’esercizio fisico nella natura

Se vuoi un’altra idea efficace per gestire il rimuginio, eccola qui: fai movimento.

Le ricerche scientifiche sono concordi nell’affermare che l’esercizio fisico è un metodo potentissimo per ridurre l’ansia e il rimuginio.

Quale esercizio dovresti fare?

Per il rimugino in particolare, il migliore è il green exercise, ossia l’esercizio fisico nella natura. Non parlo necessariamente di fare trekking o mountain bike: anche una semplice passeggiata in un panorama naturale va più che bene.

Il connubio tra movimento fisico e presenza della natura è capace “spostare” la nostra mente da uno stato di concentrazione sul mondo interno e i pensieri negativi, ad uno stato di concentrazione sul mondo esterno. Quando ci muoviamo nella natura, i sistemi cerebrali collegati al linguaggio e alla memoria (implicati nel rimuginio) diventano meno attivi, mentre sono più coinvolte le regioni che elaborano le informazioni sensoriali. Inondando i sensi di piacevoli stimolazioni, la natura attira la nostra attenzione verso l’esterno e interrompe l’assalto linguistico dei pensieri, acquietandoli.

rimuginio green exercise

Benefici della mindfulness all’aperto

Hai mai fatto mindfulness all’aperto?

Oltre al green exercise potresti dare una possibilità anche alla green mindfulness, che offre una serie di benefici significativi per la nostra salute mentale e il benessere psicologico. Questa modalità di mindfulness combina i principi della consapevolezza con l’esperienza di connessione con la natura, uno strumento in più anche per chi fosse impossibilitato a praticare attività fisiche più impegnative.

Uno dei principali benefici della mindfulness all’aperto è quello di sfruttare le sensazioni piacevoli dell’immergersi nella bellezza e nella serenità della natura, per spostare ancora più efficacemente la nostra attenzione dai pensieri intrusivi. I nostri sensi sono sollecitati dai suoni, dai paesaggi, dai colori e dai profumi che ci circondano e “lavorano per noi” per liberare la mente da preoccupazioni e ansie. Inoltre, questa attività promuove il rilassamento e la riduzione dello stress, aiutando a creare uno stato di calma interiore.

Piccolo esercizio di green mindfulness
  1. Scegli il tuo “angolo di natura”: Trova un posto tranquillo all’aperto dove ti senti a tuo agio. Può essere un parco, un giardino, un paesaggio marittimo o montano, oppure anche un balcone che si affaccia su un elemento naturale.
  2. Assumi una posizione comoda: Se sei seduto, trova una posizione stabile e rilassata; se stai in piedi, pianta saldamente i piedi a terra. Chiudi gli occhi per un momento e fai alcuni respiri.
  3. Concentrati sui tuoi sensi: Apri gli occhi e lascia che la tua attenzione si posi dolcemente su ciò che ti circonda. Utilizza tutti i tuoi sensi per entrare in connessione con l’ambiente. Vista: nota i dettagli del panorama che si apre davanti a te, senza giudizio: le sfumature di verde delle foglie, la forma delle nuvole, il movimento degli insetti, i contrasti di luce. Udito: ascolta i suoni che la natura offre: il canto degli uccelli, il soffio del vento, il fruscio delle foglie. Olfatto: respira i profumi dell’ambiente: la terra dopo la pioggia, la fragranza dei fiori, l’aria fresca di mare. Tatto: se puoi, tocca gli elementi naturali vicino a te. Senti la superficie rugosa della corteccia degli alberi, la morbidezza dell’erba o la solidità delle rocce.
  4. Recupera dolcemente l’attenzione: Ogni volta che ti accorgi di divagare con i pensieri o di indugiare sul rimuginio, usa i tuoi sensi per riconnetterti con l’ambiente e riportare la tua attenzione su ciò che ti circonda. Lascia che il semplice atto di percepire ti riporti al qui e ora.
  5. Gratitudine e chiusura: Dopo aver trascorso un po’ di tempo in questo stato di osservazione e ricezione, concludi il tuo tempo nella natura con un gesto di gratitudine. Un semplice inchino, un sorriso, o un momento per riconoscere il dono di connessione che la natura ti ha offerto.

L’effetto tranquillizzante della natura sul rimuginio

Vorrei ancora approfondire il perché la natura ha un effetto tanto tranquillizzante sul rimuginio. Questo effetto deriva da diversi fattori:

  • La natura offre uno sfondo visivo e sonoro intrinsecamente rilassante. L’ascolto del canto degli uccelli, il fruscio delle foglie al vento e il suono di un ruscello sanno catturare la nostra attenzione in modo piacevole, spostandola altrove rispetto al rimuginio. Inoltre, gli orizzonti lontani, il cielo sconfinato e la maestosità degli alberi offrono una sensazione di spazio che contrasta con l’oppressione dei pensieri negativi.
  • Siamo invitati ad immergerci in un’esperienza sensoriale più ampia. Mentre esploriamo un ambiente naturale, i nostri sensi vengono stimolati in modi diversi e questa molteplicità di stimoli sensoriali sposta il focus della nostra mente riportando, poco alla volta, a una sensazione di maggiore calma e chiarezza. Il contatto con la natura promuove naturalmente la pratica della mindfulness. È essa stessa a riportarci al qui ed ora, mentre osserviamo la bellezza che ci circonda.
  • La natura offre uno spazio fisico in cui possiamo liberamente esprimere le nostre emozioni. La natura non giudica. Un albero non reagisce al nostro stress, una montagna non cambia aspetto se siamo arrabbiati o tristi. È un luogo dove possiamo essere noi stessi senza timori. Se ci sentiamo sopraffatti da pensieri angoscianti, basta l’atto di camminare, correre o semplicemente sedersi e contemplare per sentirci meglio.
  • Infine, la natura fornisce un contesto per riflettere più costruttivamente. Lontani dal rumore del mondo, possiamo contemplare i nostri problemi da nuova prospettiva o semplicemente accettare le nostre emozioni come parte integrante del nostro percorso umano.

Insomma, la natura agisce come un “balsamo” per la mente che rimugina. La sua capacità di assorbire senza giudicare, di coinvolgere in un’esperienza sensoriale totale e di offrire una prospettiva rinnovata, ci permette di staccare dal vortice dei pensieri negativi.

 

5) Tenere un diario dei pensieri: usare la scrittura per liberare la mente dal rimuginio

Altra tecnica molto interessante da sperimentare, come spesso dico, è la scrittura, quindi mettere nero su bianco, su un foglio, le preoccupazioni e le catene associative di pensieri.

Finché qualcosa riecheggia libero nella nostra testa prolifera in ogni direzione e gradualmente cresce diventando sempre più grande e ingombrante.

La nostra mente è infatti uno spazio a-dimensionale (senza dimensione) e tutto ciò che teniamo esclusivamente dentro, genera connessioni continue e potenzialmente infinite (e, molto spesso, anche profondamente irrealistiche, cosa che ha la conseguenza di aumentare ansia ed emozioni spiacevoli).

L’atto della scrittura permette di dare una forma più chiara e una dimensione ai contenuti mentali: la proliferazione libera viene limitata dai riferimenti spazio-temporali del foglio.

rimuginio ed esercizi di scrittura

Il potere terapeutico della scrittura

La scrittura ha un potere che potremmo definire terapeutico contro il rimuginio: scrivere i propri pensieri e le proprie emozioni su carta offre un modo per rendere tangibile ciò che fino a poco prima era astratto e anche per esplorare e processare ciò che ci affligge.

Ecco alcuni dei motivi per i quali questa pratica può essere particolarmente efficace:

  1. la scrittura permette di esprimersi liberamente senza giudizio o censure. Quando mettiamo le nostre preoccupazioni nero su bianco, non dobbiamo preoccuparci di essere politicamente corretti o di essere fraintesi da un potenziale ascoltatore. Questo basta a liberare pensieri che altrimenti resterebbero intrappolati nella nostra mente;
  2. la scrittura ci porta ad organizzare i nostri pensieri in modo coerente, riordinarli per renderli comprensibili. È così che riesce a districare il groviglio del dubbio ricorrente, portando maggiore chiarezza e comprensione;
  3. la scrittura funge anche da testimonianza dei nostri pensieri e sentimenti nel tempo. Guardando indietro possiamo vedere come abbiamo affrontato situazioni simili in passato, riconoscendo modelli di pensiero o schemi comportamentali ricorrenti;
  4. Infine, tenere un diario dei pensieri permette di monitorare i progressi e le scoperte, rafforzando la fiducia nella nostra capacità di gestire i pensieri negativi.

 

6) Conclusioni: cambiare il filtro mentale

In conclusione, per non essere prigionieri del rimuginio dobbiamo cambiare il nostro “filtro mentale”.

Per farlo, abbiamo esaminato diverse strategie, ognuna delle quali offre un contributo prezioso nel nostro percorso verso un pensiero più fluido e verso una mente più libera e serena.

  • L’importanza di diventare consapevoli del rimuginio è il primo passo fondamentale. Quando riconosciamo che stiamo cadendo in questa trappola, possiamo interromperne il circolo vizioso. L’azione è il nostro alleato più potente: dobbiamo agire per uscire dalla mente e confrontarci con la realtà.
  • L’organizzazione del tempo del rimuginio è un approccio pratico che ci consente di dedicare uno spazio specifico della giornata per riflettere sui nostri pensieri negativi. Questo ci permette di proteggere il nostro tempo e prevenire che il rimuginio prenda il sopravvento sulla nostra vita.
  • L’esercizio fisico all’aperto, noto come “green exercise”, è una via per spostare la nostra attenzione dalla mente interna ai piaceri sensoriali della natura, interrompendo il vortice risucchiante dei pensieri negativi.
  • Infine, un altro strumento di cui disponiamo è il potere della scrittura. Scrivendo, organizziamo i nostri pensieri, ottenendo in cambio una prospettiva più chiara sulle nostre preoccupazioni.

Cambiare il filtro mentale richiede pratica e costanza ma è un investimento prezioso per la nostra salute mentale e il nostro benessere psicologico. Nessuno dovrebbe essere prigioniero del rimuginio. Con le giuste strategie, un po’ di pratica, e il supporto di un professionista quando necessario, è possibile liberarsi da questo ciclo di pensieri negativi e vivere una vita più serena e appagante.

Fai il prossimo passo con noi

Se desideri affrontare il rimuginio con il supporto di un professionista, MindCenter è qui per aiutarti. Contattaci per iniziare il tuo percorso verso un maggior benessere psicologico. Prenota ora un primo colloquio con uno psicoterapeuta della nostra equipe.

 

Riferimenti bibliografici