Perdonare ti conviene: perché dovresti liberarti dall’odio e dal rancore
22 Febbraio 2022 2023-10-29 23:10Perdonare ti conviene: perché dovresti liberarti dall’odio e dal rancore

Perdonare ti conviene: perché dovresti liberarti dall’odio e dal rancore
Perché perdonare ti conviene? Te lo spiego in questo articolo.
Per cominciare, leggi questa breve storia:
C’erano una volta due prigionieri di guerra, che anni dopo essere stati liberati s’incontrarono di nuovo, per caso.
Uno chiese all’altro: “Alla fine hai perdonato i tuoi carcerieri?”
“No, mai!” urlò il prigioniero rabbiosamente.
“Beh, allora loro ti tengono ancora in prigione!”
Questa breve storia ci aiuta a riflettere sul fatto che, se restiamo legati alla rabbia e all’odio che abbiamo provato in passato, non facciamo altro che tenerlo vivo nel presente.
Il che, inevitabilmente, ci porta a vivere maggiori stress impedendoci di dedicarci appieno alla nostra vita.
Serbare rancore, fidati, è una gran fatica! E allora, perché non riusciamo a lasciare andare certe emozioni? Perché non riusciamo a perdonare, rimettendo nel passato ciò che appartiene al passato?
Eckhart Tolle, scrittore tedesco che vi consiglio, ha detto una cosa che credo possa aiutare chi si trova imprigionato nei rancori dei torti subiti:
“Se il loro passato fosse il tuo passato, se il loro dolore fosse il tuo dolore, se il loro livello di consapevolezza fosse il tuo livello di consapevolezza, allora tu penseresti e agiresti esattamente come fanno loro”.
Questa frase mi ha fatto riflettere, perché sono sempre stato un accanito sostenitore della filosofia dell’homo faber (per cui noi siamo artefici del nostro destino), tuttavia la visione di Tolle ci può aiutare a guardare la questione da un punto di vista spesso dimenticato.
Pensa al tuo ex che ti ha tradito, o a tuo padre che non c’è stato, o, estremizzando, addirittura pensa addirittura ai terroristi…
Se tu avessi avuto la loro stessa storia, se fossi cresciuto in quei posti, con quei valori e quelle difficoltà; se tu avessi provato sentimenti e pensieri così intensi come li hanno vissuti loro… sei così sicuro che non avresti fatto esattamente le loro stesse cose?
Magari no, ma chi può dirlo? Forse avresti fatto anche di peggio, chissà….
Il punto è che quando guardiamo più in profondità, quando non ci fermiamo alla facciata ma scaviamo nella tridimensionalità di quella situazione e della psicologia di quella persona, allora entriamo in empatia con chi commette il torto.
Riusciamo a metterci meglio nei suoi panni, a sviluppare maggiore compassione, a comprendere le sue ragioni e quindi ad avere un punto di osservazione più completo su quel comportamento.
È così che potremmo accorgerci che quelle persone hanno tutte una cosa in comune: vogliono essere felici!
Il problema è che i loro pensieri su come raggiungere la felicità sono stati gravemente distorti durante la loro vita da tutta una serie di situazioni che noi ignoriamo.
Ora, aggrapparsi all’odio che provi nei loro confronti, come accade al secondo prigioniero di guerra della storiella iniziale, non farà cambiare in meglio la tua vita o quella dei tuoi carnefici.
Il ché non vuol dire che tu debba essere morbido rispetto agli illeciti compiuti o che non debbano esserci conseguenze legali per chi li ha realizzati.
Non significa che occorra continuare a stare in una relazione tossica e sopportarla sempre e comunque perché “lui non poteva fare altro che questo nei miei confronti”.
Non dobbiamo certo deresponsabilizzare chi ha commesso un brutto gesto, ma possiamo e dobbiamo lavorare per comprendere cosa lo ha spinto a farlo.
Questa e l’unica via per riuscire poi a perdonarlo. O quanto meno per iniziare a perdonarlo per una piccola parte di quanto ha fatto, lasciando andare un poco della rabbia velenosa alla quale siamo aggrappati.
Spesso l’idea che ci tiene legati al rancore è che perdonare sia una forma di debolezza. In realtà credo il contrario.
Serve essere forti e saggi per decidere di perdonare, per scegliere di iniziare a costruire invece che continuare cedere alla tentazione di distruggere.
In fin dei conti il perdono riguarda te, non il tuo carnefice.
Se perdoni il carceriere, allora potresti liberarti definitivamente della sua presenza.
Se non lo perdoni, continui a tenerlo lì con le chiavi della prigione tra le mani.
A te la scelta 🙂
LINK UTILI:
- Richiedi supporto psicologico ad uno dei professionisti di Mindcenter cliccando qui
- Per nuovi contenuti ogni settimana sul mondo della psicologia e psicoterapia, segui qui il profilo Instagram di Mindcenter
- Iscriviti qui al mio video corso gratuito sulla crescita personale cliccando qui