Come parlare della guerra ai bambini: 4 suggerimenti chiave
🕊️ Come parlare della guerra ai bambini? Benvenuto/a nel nostro approfondimento
Ci sono alcuni temi delicati e importanti, che non sai mai bene come affrontare con i tuoi figli. O magari sai cosa dovresti dire, ma trovare le parole giuste, il momento giusto e soprattutto il giusto tono emotivo è una sfida.
Come nascono i bambini? Perché le persone muoiono?
E, purtroppo, anche: cos’è la guerra? Arriverà anche da noi?
Il compito del genitore è il più difficile al mondo e chi ha accettato di svolgerlo sa che deve dare una risposta a queste domande: è una responsabilità che non può essere delegata.
In questo articolo, voglio condividere quattro spunti su come parlare della guerra ai bambini. Scoprirai come spiegare loro ciò che accade, accogliere e gestire le loro emozioni e trasformare per quanto possibile questa difficile conversazione in un’opportunità educativa.
📌 Prima di iniziare, se ancora non l’hai fatto, iscriviti a Linfa 🌱, la newsletter di Mindcenter. Ogni sabato mattina, una piccola selezione di spunti in tema benessere e psicologia nella tua casella di posta.
COSA TROVERAI IN QUESTO ARTICOLO:
- La prima regola su come parlare della guerra ai bambini: evitare gli estremismi
- Come gestire sentimenti di paura e angoscia nei nostri figli
- La guerra come opportunità di educazione al contributo
- Libri per bambini sulla pace e sulla guerra
- Conclusione – Come parlare della guerra ai bambini: guidare i nostri figli attraverso le sfide della vita
📌 [Come parlare della guerra ai bambini] Preferisci che ti racconti di come parlare della guerra ai bambini in un video? Eccolo qui (e non dimenticarti di iscriverti al mio canale Youtube, dove troverai centinaia di video gratuiti per sostenere la tua salute mentale)
1) La prima regola su come parlare della guerra ai bambini: evitare gli estremismi
La prima indicazione su come parlare della guerra ai bambini è semplice, ma fondamentale: evitare gli estremismi.
Da una parte, ignorare o evitare l’argomento, a maggior ragione se sollecitato dalle loro domande, può essere una scelta molto rischiosa dal punto di vista psicologico: il silenzio degli adulti lascia i più piccoli soli e disarmati ad affrontare le loro emozioni ingombranti. E poi, come possiamo pensare di fare vivere i nostri figli sotto una campana di vetro informativa oggi che le informazioni sono accessibili in modo così semplice e diretto?
Dall’altra parte, esporre i bambini a immagini e notizie senza un adeguato filtro, come lasciarli da soli davanti alla tv a vedere telegiornali e trasmissioni di commento ai fatti bellici, rischia di sottoporli a contenuti eccessivamente crudi e angoscianti senza che essi abbiano gli strumenti psicologici per poterli elaborare. Un errore classico, da questo punto di vista, sono i telegiornali durante i pasti o al mattino. Anche se sembrano distratti, i bambini ascoltano, capiscono a modo loro e arrivano alle loro conclusioni.
Quindi, quando si tratta di capire come parlare della guerra ai bambini: no alla censura, no alla sovraesposizione. Sì invece alla cautela e soprattutto al prenderci la responsabilità noi, come genitori, di fornire ascolto e raccontare con le parole adatte allo specifico bambino quello che sta accadendo, in modo da porci come preziosi intermediari.
Se il bambino è piccolo, diciamo fino ai 6-7 anni, le sue capacità logiche e di astrazione sono sono ancora limitate, quindi la cosa migliore è evitare il più possibile l’esposizione alle fonti informative e alle immagini della guerra che lo destabilizzerebbero. È poi importante mostrarci disponibili al dialogo qualora loro abbiano domande e offrirci di spiegare loro quello che sta succedendo, usando parole semplici e rassicuranti, senza entrare nei dettagli. Utile è anche aiutarci con un libro, magari studiato da specialisti psicologi dell’età evolutiva, in modo da veicolare messaggi nel modo più opportuno e adeguato all’età.
A partire dai 7-8 anni, i bambini acquisiscono capacità maggiori, e ha senso fornire loro spiegazioni un po’ più articolate, dando qualche elemento in più, ma è sempre bene tenerli lontani da immagini di distruzione e morte, così come dai dettagli più cruenti.
Insomma, la chiave per capire come parlare della guerra ai bambini è evitare gli estremismi, trovando un equilibrio tra protezione e condivisione, adattando ovviamente il linguaggio e le informazioni all’età di nostro figlio o di nostra figlia.
2) Come gestire sentimenti di paura e angoscia nei nostri figli
Se i bambini manifestano paura o angoscia, è importante validare le loro emozioni.
Dire “non aver paura” o “non essere triste” non ha senso e avrebbe solo il risultato di farli sentire sbagliati per aver provato emozioni che in realtà sono assolutamente naturali in un contesto difficile, e quindi giuste.
Meglio dire loro che capiamo che possano sentirsi così, che le cose che stanno accadendo sono molto brutte e che è doloroso pensare che uomini, donne e bambini stiano soffrendo; magari aggiungiamo che fortunatamente questo non sta avvenendo in Italia (possiamo prendere una cartina e mostrare loro dove si sta svolgendo la guerra), ma che è molto importante ristabilire la pace e aiutare le persone coinvolte nel conflitto.
In tutti i casi è importante sottolineare che nel mondo, moltissime persone si stanno impegnando per mettere fine alla guerra, tramite tentativi di negoziazione per risolvere gli scontri con il dialogo e non usando le armi, azioni umanitarie per fornire aiuto e protezione alle persone coinvolte, manifestazioni per la pace. Questo dà ai bambini un senso di sicurezza e fiducia negli adulti.
📌 Hai bisogno di spunti su come affrontare emozioni difficili legate alla guerra? Nel nostro articolo sulla psicologia della guerra troverai alcuni riflessioni per gestire queste emozioni, cercando di trovare un equilibrio in un momento così complesso. Leggi qui il nostro approfondimento.
3) La guerra come opportunità di educazione al contributo
Altro punto importante è cercare di trarre tutte le buone lezioni possibili da una situazione tragica come quella della guerra.
Con i miei figli abbiamo rivisto tutto il loro vestiario e il loro parco giocattoli per decidere quali donare ai profughi ucraini e tutti insieme siamo andati all’ambasciata per consegnarli ai volontari. Questo gesto non solo offre un aiuto concreto, ma ha un grande potere educativo. Oltre alle raccolte di generi di prima necessità, come famiglia possiamo aiutare donando denaro alle organizzazioni umanitarie, inviando lettere ai decisori politici e creando disegni che chiedono la pace.
Insomma, purtroppo non possiamo impedire che i nostri figli entrino in contatto con gli aspetti più negativi della realtà, ma possiamo aiutarli a generare, a partire dal dispiacere e dalla paura, sentimenti di empatia, compassione, solidarietà e pace.
4) Libri per bambini sulla pace e sulla guerra
Ultimo punto a cui voglio accennare in questo articolo su come parlare della guerra ai bambini riguarda alcune letture secondo me molto belle e utili a contestualizzare il tema della guerra e della pace con i nostri figli.
In accordo con mammachelibro abbiamo selezionato alcuni titoli imperdibili che possono essere degli strumento essenziali per capire come parlare della guerra ai bambini. Di seguito te ne presento tre.
- “Il muro”: un libro molto bello, adatto a bambini già dai 5 anni, che racconta il valore della tolleranza e mostra le follie legate alla volontà di mettere muri tra noi e gli altri, e di come questo modo di ragionare distrugga l’armonia.
- “Cosa c’è nella tua valigia”: adatto già dai 3 anni di età e utile per spiegare ai bambini parole chiave come migrazione, accoglienza, integrazione e intercultura.
- “Il cielo è di tutti”, del grande Gianni Rodari: ottimo dai 4 anni, dove in poche e semplici parole Rodari pone una domanda ovvia a cui l’umanità non ha mai saputo – purtroppo – dare risposta: “… spiegatemi voi dunque, in prosa od in versetti, perché il cielo è uno solo e la terra è tutta a pezzetti…”.
Insomma, i libri possono davvero essere grandissimi alleati quando si tratta di capire come parlare della guerra ai bambini, così come di tanti altri argomenti delicati e spinosi.