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Come comunicare con persone passivo-aggressive: 5 strategie

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Come comunicare con persone passivo-aggressive: 5 strategie

🔍 Hai mai avuto a che fare con persone passivo-aggressive? Ecco la nostra mini-guida per relazionartici in modo più efficace

Hai mai avuto a che fare con una persona che apparentemente si mostra d’accordo con te, ma poi agisce in modo totalmente contrario?

Ti è mai successo che qualcuno ti dicesse “sì” con le parole, ma “no” con le azioni?

Hai mai avuto la sensazione che un complimento nascondesse una critica velata?

O forse ti è capitato di interagire con qualcuno che affermava di non essere arrabbiato, ma che trasmetteva chiaramente ostilità?

Se hai risposto sì a queste domande, benvenuto nel mondo del comportamento passivo-aggressivo e delle persone passivo-aggressive. 

Il comportamento passivo-aggressivo è un argomento che spesso suscita domande e preoccupazioni, soprattutto quando abbiamo persone vicine a noi che adottano questo tipo di atteggiamento. Si tratta di un comportamento sottile, ma potente, che può causare frustrazione e tensioni nelle relazioni, sia personali che professionali.

In questo articolo, cercheremo di capire qualcosa in più sul comportamento passivo-aggressivo, su come riconoscerlo e, soprattutto, su come affrontarlo in modo efficace, o almeno provarci 😉

Pronto? Pronta? Iniziamo.

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COSA TROVERAI IN QUESTO ARTICOLO:

  1. Cos’è il comportamento passivo-aggressivo (e come riconoscere le persone passivo-aggressive)
  2. Prima strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: non cedere ai loro “capricci”
  3. Seconda strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: evita di arrabbiarti, perdere il controllo o accusarle
  4. Terza strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: parla il loro linguaggio
  5. Quarta strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: sii diretto e premia i buoni comportamenti
  6. Quinta strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: fai pagare il prezzo del comportamento “scorretto”
  7. Relazionarsi con persone passivo-aggressive: vuoi fare il prossimo passo con noi?
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1) Cos’è il comportamento passivo-aggressivo (e come riconoscere le persone passivo-aggressive)?

Il comportamento passivo-aggressivo si manifesta quando una persona esprime rabbia, frustrazione o ostilità in modo indiretto, evitando il confronto aperto. Questa modalità comportamentale può assumere diverse forme, come il sarcasmo, l’ostruzionismo, la procrastinazione intenzionale, l’omissione volontaria di informazioni importanti o l’eccessiva (falsa) cortesia.

A differenza delle persone assertive, che comunicano apertamente i propri bisogni, delle persone passive, che tendono a evitare il confronto e ad accontentare gli altri a discapito di sé stesse, o delle persone aggressive, che impongono la propria volontà, le persone passivo-aggressive agiscono in modo sottile, manifestando la loro ostilità in modo indiretto e sabotando gli altri mentre mantengono un’apparenza di collaborazione o neutralità.

🔍 Non è sempre facile riconoscere le modalità passivo-aggressive, ma questi segnali ti aiuteranno a farlo. Continua a leggere 👇

Come riconoscere il comportamento passivo-aggressivo

Il comportamento passivo-aggressivo può essere difficile da individuare poiché spesso si manifesta in modi sottili e indiretti. Ecco alcuni esempi:

Sarcasmo o complimenti ambigui

Le persone che adottano modalità passivo-aggressive spesso mascherano le loro critiche dietro frasi apparentemente gentili ma in realtà cariche di sarcasmo. Ad esempio, un collega potrebbe dirti: “Sei riuscito a fare quella presentazione senza errori, davvero impressionante”. Questo commento sembra un complimento, ma in realtà ti sta sminuendo.

Procrastinazione intenzionale

Un’altra forma comune di comportamento passivo-aggressivo è il rimandare intenzionalmente compiti o responsabilità come forma di resistenza passiva. Ad esempio, un dipendente potrebbe continuare a rimandare un progetto importante dicendo: “Lo farò domani”. Il giorno dopo, e quello ancora successivo, il lavoro però non è ancora stato fatto, mettendo in difficoltà il resto del team.

Ostruzionismo

L’ostruzionismo si verifica quando una persona finge di essere d’accordo su qualcosa, ma poi di fatto non lo mette in pratica. Ad esempio, un collaboratore annuisce durante una riunione, ma poi non esegue le decisioni prese.

Eccessiva gentilezza (falsa)

Le persone che adottano modalità passivo-aggressive possono mostrarsi eccessivamente accomodanti o disponibili, ma senza sincerità. Ad esempio, un amico potrebbe offrirti aiuto, dicendoti: “Sono qui per qualsiasi cosa tu abbia bisogno”. Peccato che poi non si fa mai trovare disponibile quando è il momento di dare una mano.

Negare le proprie emozioni

Le persone passivo-aggressive spesso negano di provare rabbia, anche quando sono visibilmente ostili o frustrate Ad esempio, il tuo partner potrebbe dirti “Non sono arrabbiato”, mentre ti lancia uno sguardo che potrebbe far appassire una pianta. Oppure potrebbe dirti “Io? Arrabbiato? No, va tutto bene… sei tu che te la prendi troppo”, facendoti passare come una persona permalosa, colpevole di aver sollevato l’argomento, o addirittura aggressiva.

Dimenticanze strategiche

Un altro segnale di modalità passivo-aggressive è quello di una persona che “dimentica” casualmente di fare qualcosa. Ad esempio, un partner potrebbe “dimenticare” di comprare qualcosa che serve in casa per la terza volta in una settimana, con l’obiettivo di trasmetterti velata ostilità per un diverbio che avete avuto.

Silenzio punitivo

Il silenzio punitivo è un comportamento passivo-aggressivo in cui la persona smette di comunicare come punizione per qualcosa che l’altro hai fatto o detto. Ad esempio, dopo una discussione, un amico potrebbe smettere di rispondere ai tuoi messaggi senza spiegare il motivo.

Musi

Le persone passivo-aggressive possono manifestare il loro malcontento attraverso musi, in cui fanno capire, in assenza di parole, che qualcosa non va. Ad esempio, un partner potrebbe rispondere in modo freddo e distante, negando però esplicitamente che qualcosa lo turba.

👉  Insomma, il cuore del comportamento passivo-aggressivo è l’espressione indiretta di sentimenti negativi, manifestati attraverso modalità sottili, ambigue o velate, per evitare un confronto diretto e la responsabilità che ne deriva. Questo permette alla persona di esprimere la propria insoddisfazione senza dover affrontare apertamente le conseguenze.

Perché il comportamento passivo-aggressivo è problematico nelle relazioni?

Il comportamento passivo-aggressivo è particolarmente problematico nelle relazioni perché crea una dinamica complessa e disfunzionale, in cui i conflitti e le frustrazioni non vengono mai affrontati direttamente.

Quando qualcuno esprime la propria insoddisfazione o ostilità in modo passivo-aggressivo, rende difficile all’altra persona capire realmente cosa stia accadendo. Ciò può portare a incomprensioni, confusione e una crescente tensione, poiché i problemi non vengono mai risolti, ma semplicemente evitati, nascosti o negati.

Ad esempio, in una relazione di coppia, un partner passivo-aggressivo potrebbe evitare di discutere apertamente di ciò che lo infastidisce, scegliendo invece di esprimere il proprio disagio attraverso silenzio punitivo, musi o ostruzionismo. Al lavoro, un collega passivo-aggressivo potrebbe rallentare i progressi del team agendo passivamente procrastinazione o ostruzionismo, senza mai però dichiarare apertamente il proprio disaccordo o le proprie difficoltà.

In sostanza, il comportamento passivo-aggressivo danneggia le relazioni perché impedisce la comunicazione sincera e la risoluzione dei conflitti. Le persone coinvolte rimangono intrappolate in un ciclo di incomprensioni e frustrazioni non espresse.

👉 Bene, ora che abbiamo inquadrato le modalità passivo-aggressive, passiamo a capire come affrontarle. In particolare, andiamo ad approfondire 5 strategie che ti saranno molto utili.

🔍 La prima cosa da fare è imparare a non cedere alle richieste indirette delle persone passivo-aggressive. Ecco come e perché👇

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2) Prima strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: non cedere ai loro “capricci”

Come abbiamo visto, le persone passivo-aggressive hanno l’abitudine di esprime la loro opposizione o insoddisfazione rispetto a qualcosa in modo indiretto, piuttosto che affrontare il problema apertamente.

Invece di dire chiaramente “non voglio farlo” o “non sono d’accordo”, possono lamentarsi, procrastinare, o addurre scuse per evitare di svolgere un compito. Questo comportamento permette loro di evitare il confronto diretto e di non prendersi la responsabilità di un rifiuto esplicito, mentre comunque ostacolano il processo o si oppongono in modo sottile.

Davanti a un comportamento di questo tipo, potresti essere spinto/a a pensare che assecondarli (=svolgere il compito al posto loro) sia il modo più semplice per risolvere la situazione.

Tuttavia, cedere ai loro “capricci” rafforza il loro comportamento. Ogni volta che cedi, infatti, contribuisci a creare un circolo vizioso: l’altra persona continuerà a ripetere lo stesso schema, perché ha capito che può ottiene ciò che vuole senza dover affrontare il problema direttamente o esprimere apertamente il suo disaccordo.

Esempio pratico per capire meglio

Immagina di lavorare con un collega che continua a rimandare una scadenza, lamentandosi di essere stressato o troppo occupato.

Qui, il comportamento passivo-aggressivo si manifesta nel fatto che il collega non dice esplicitamente “non voglio fare questo lavoro” o “non mi piace questa responsabilità” ma procrastina come una forma di resistenza silenziosa.

A questo punto, potresti essere tentato di “cedere a questo capriccio”, ossia di fare il suo lavoro per evitare ritardi, ma così facendo sai cosa faresti? Incoraggeresti la sua tendenza a utilizzare la procrastinazione come una forma di opposizione. Insomma, premieresti il suo modo di comportarsi togliendogli, di fatto, del lavoro che non vuole fare (cosa che tuttavia non comunica esplicitamente).

Per evitare di infilarti in questo circolo vizioso, prova invece a dirgli: “Capisco che sei oberato/sotto pressione, ma è importante rispettare le scadenze per il bene del progetto. Se hai bisogno di aiuto per organizzarti meglio, possiamo trovare insieme una soluzione”.

Questo approccio riconosce il suo stress, ma ribadisce l’importanza della scadenza in corso e incoraggia il collega a prendere responsabilità per il suo lavoro. Non cedere ai capricci non significa essere insensibili, ma spingere l’altra persona a sviluppare un comportamento più responsabile e proattivo.

🛑 Sapevi che arrabbiarsi e perdere il controllo con le persone passivo-aggressive, spesso, non risolve nulla? Scopri come e perché. Continua a leggere👇

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3) Seconda strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: evita di arrabbiarti, perdere il controllo o accusarli

Quando ti confronti con una persona passivo-aggressiva, arrabbiarti o perdere il controllo è una delle reazioni che dovresti cercare di evitare.

Perché? Abbiamo visto che le persone passivo-aggressive tendono a esprimere la loro rabbia o il loro malcontento in modo indiretto, evitando il confronto. Anziché manifestare apertamente il loro disappunto, utilizzano commenti sarcastici, frecciatine o critiche velate, con l’intento di provocare una reazione nell’altra persona senza però assumersi direttamente la responsabilità del conflitto.

Ok, se tu rispondi con rabbia e reagisci in modo impulsivo, cosa succede?

Succede che loro possono poi dipingersi come “vittime innocenti” della situazione (hanno lanciato il sasso ma hanno nascosto la mano, ricordi?) e farti sembrare “il cattivo”, “l’aggressivo” della situazione.

Ecco perché, per evitare di colludere con questa dinamica, è essenziale mantenere la calma e rispondere in modo assertivo. Vediamo un esempio pratico per capire meglio come funziona questo meccanismo e che tipo di risposte potresti dare.

Esempio pratico per capire meglio

Immagina di essere ad una occasione di famiglia e che un parente inizi a fare commenti sarcastici nei tuoi confronti. Potresti sentirti (giustamente) offeso e reagire con rabbia, rispondendo a tono.

Ma a questo punto cosa succede? Che il parente in questione potrebbe accusarti di essere troppo sensibile, di non avere senso dell’umorismo, o potrebbe dipingerti come il “cattivo” della situazione, quello che “risponde male” senza motivo, acquisendo così una posizione di vittima e facendoti apparire come il colpevole.

Un approccio molto più efficace potrebbe essere evitare di perdere le staffe malamente e rispondere in questo modo: “Sembra che tu abbia qualcosa da dire, potresti spiegarti meglio?”.

Questo commento obbliga l’altra persona a esplicitare il proprio pensiero e a confrontarsi con il contenuto reale delle sue parole, senza la protezione del sarcasmo. In questo modo, neutralizzi l’effetto del commento passivo-aggressivo/sarcastico perché la persona che lo ha fatto non può più usare l’ironia come scudo e, se vuole continuare su quella strada, deve invece affrontare la conversazione in modo più serio e diretto.

Un altro modo di affrontare la situazione potrebbe essere quello di ignorare il commento sarcastico e proseguire la conversazione su un tono neutro, dimostrando che il tentativo di provocazione passiva-aggressiva non ha avuto l’effetto desiderato. Questo può essere un modo efficace per disarmare la persona passivo-aggressiva, che potrebbe sentirsi frustrata nel non ottenere la reazione che sperava.

📌 Se conosci qualcuno che potrebbe trarre beneficio da questi consigli su come riconoscere e gestire il comportamento passivo-aggressivo, condividigli questo articolo. Un piccolo gesto che può fare una grande differenza nell’aiutare chi ti sta a cuore a gestire situazioni relazionali difficili con maggiore consapevolezza 🌟

🗣️ Quando hai a che fare con una persona che usa modalità passivo-aggressive, parlare il linguaggio può fare la differenza. Ecco come 👇

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4) Terza strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: parla il loro linguaggio

Un’altra strategia per relazionarti efficacemente con una persone passivo-aggressiva è entrare nella loro prospettiva e comunicare in modo compatibile con la loro visione del mondo. Insomma, devi parlare il loro linguaggio.

Le persone passivo-aggressive spesso si dipingono come vittime delle circostanze, e qualsiasi linguaggio che minacci questa loro visione può essere percepito come un attacco diretto, portandole a ritirarsi ulteriormente nella loro posizione difensiva.

Per questo motivo, è essenziale usare un linguaggio che riconosca e validi i loro sentimenti, pur orientandoli verso un cambiamento.

Quando riconosci e accetti il loro punto di vista, stai creando una base su cui puoi poi costruire una comunicazione più aperta e costruttiva.

Esempi pratici per capire meglio

Immagina di avere un collega che, ogni volta che gli viene assegnato un compito, risponde con frasi del tipo: “Certo, lo farò… se mai riuscirò a trovare il tempo tra tutte le altre mille cose che devo fare”.

Non dice esplicitamente “no”, ma lascia intendere che è sopraffatto (vero o no che lo sia) e che dunque potrebbe non riuscire a portare a termine l’attività in questione. Invece di rifiutare apertamente, usa il suo carico di lavoro come mezzo per procrastinare, senza affrontare direttamente il problema.

Questo comportamento è problematico sia per te come collega, poiché potresti trovarti costretto a fare il suo lavoro, sia per te come capo, poiché potresti dover riassegnare il compito a qualcun altro.

In questo caso, parlare il suo linguaggio significa riconoscere che ha davvero molte responsabilità, ma anche sottolineare l’importanza del compito assegnato.

Ad esempio potresti dire: “Capisco che tu abbia molto da fare, ma questo progetto è davvero prioritario. Come possiamo fare per assicurarci che venga completato in tempo?”. Oppure: “Capisco che stai facendo del tuo meglio, ma abbiamo ancora bisogno di trovare una soluzione”.

In questo modo, stai validando il suo stato emotivo, ma anche incoraggiandolo a trovare una soluzione.

Altro scenario.

Mettiamo che tu abbia un amico che, ogni volta che organizzate qualcosa insieme, fa commenti del tipo: “Sì, posso venire, tanto non ho niente di meglio da fare…” oppure “Va bene, se proprio non c’è un’altra opzione…”.

Dunque, l’amico non rifiuta la tua proposta ma lascia intendere che preferirebbe fare qualcos’altro, senza però dirlo chiaramente. Invece di dire direttamente che preferirebbe fare altro, si lamenta in modo velato, usando frasi ambigue per manifestare il suo disappunto.

Parlare il suo linguaggio in questo caso significa riconoscere il suo malessere senza sminuirlo, ma allo stesso tempo spingere per una comunicazione più diretta.

Una frase utile potrebbe essere: “Capisco che forse questa non è la tua attività preferita, ma ci tengo che passiamo del tempo insieme. Se preferisci fare altro, possiamo parlarne in modo da trovare un compromesso che vada bene per entrambi”

In questo modo, stai dimostrando di ascoltare i suoi sentimenti, ma stai anche spingendo per una maggiore chiarezza.

👏 Essere diretto/o e premiare i buoni comportamenti è un altra strategia fondamentale per gestire le persone passivo-aggressive. Scopri come farlo al meglio 👇

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5) Quarta strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: sii diretto e premia i buoni comportamenti

Quando ti trovi a interagire con una persona passivo-aggressiva, la chiarezza e la trasparenza diventano essenziali.

Il comportamento passivo-aggressivo, infatti, si nutre di ambiguità e mancanza di chiarezza, quindi è essenziale che tu sia molto chiaro su ciò che ti aspetti.

Essere diretto significa eliminare qualsiasi ambiguità, comunicando in modo preciso e senza lasciare spazio a fraintendimenti. Quando esprimi chiaramente ciò che ti aspetti, riduci notevolmente le possibilità che l’altra persona possa evitare le responsabilità o rimandare.

Ma non basta solo essere chiari: è altrettanto importante riconoscere e premiare i comportamenti positivi ogni volta che la persona risponde in modo costruttivo. Questo rinforza l’idea che un atteggiamento collaborativo porta a risultati migliori per tutti, incoraggiando la persona a continuare su questa strada.

Esempio pratico per capire meglio

Immagina di vivere con un coinquilino che tende a evitare le pulizie comuni dell’appartamento. Ogni volta che gli chiedi di contribuire, risponde con commenti vaghi come “Sì, lo farò più tardi” o “Certo, quando avrò un po’ di tempo libero”, ma poi… non lo fa mai.

La prima cosa che devi fare è affrontare la situazione in modo chiaro e assertivo. Organizza un momento tranquillo durante il quale esprimi le tue aspettative in modo calmo e rispettoso.

Potresti dire qualcosa tipo: “Ho notato che le aree comuni della casa stanno diventando disordinate e sarebbe importante per entrambi vivere in un ambiente pulito. Ti chiedo di occuparti della pulizia della cucina ogni mercoledì. In questo modo possiamo mantenere l’appartamento in ordine senza troppo sforzo”.

Questa comunicazione è diretta e assertiva perché: sei specifico (pulizia della cucina ogni mercoledì), eviti accuse o giudizi (concentrandoti sulla necessità condivisa di un ambiente pulito), inviti alla collaborazione, mostrando che questo beneficio è per entrambi.

Mettiamo che, il mercoledì successivo, con sorpresa il tuo coinquilino abbia effettivamente pulito.

A questo punto cosa devi fare?

Invece di dare per scontato questo cambiamento, devi riconoscere e apprezzare il suo sforzo. Ad esempio, potresti dirgli: “Ho visto che hai pulito la cucina oggi, grazie mille. L’appartamento è molto più accogliente quando è in ordine. Apprezzo davvero il tuo contributo”.

N.B: Se il tuo coinquilino dovesse tornare a comportarsi come al solito, è essenziale mantenere la comunicazione aperta e continua. Ripeti il processo di comunicazione diretta, sottolineando l’importanza della collaborazione e continuando a riconoscere ogni sforzo positivo. La coerenza aiuterà a stabilire nuove abitudini e a ridurre gradualmente i comportamenti passivo-aggressivi.

⚖️ Fai “pagare il prezzo” in modo costruttivo ai comportamenti delle persone passivo-aggressive. Ecco come 👇

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6) Quinta strategia per relazionarsi con persone passivo-aggressive: fai “pagare il prezzo” del comportamento scorretto

Questa strategia riguarda l’ambito lavorativo. 

Quando ci confrontiamo con persone passivo-aggressive, dobbiamo sempre ricordarci che il loro comportamento spesso deriva da una difficoltà e/o riluttanza nell’affrontare conflitti in modo diretto. Le persone che attuano modalità passivo-aggressive tendono a evitare il confronto, adottando invece tattiche sottili per deviare le responsabilità o per esprimere la loro insoddisfazione in modi indiretti.

Prendi il caso di un dipendente che rimanda continuamente un compito con scuse come “Non ho avuto tempo”, oppure di un collaboratore che potrebbe accettare un’attività ma svolgerla male, sabotando il risultato senza ammettere apertamente di non volerlo fare.

In questi casi, pensare di “punire” la persona passivo-aggressiva potrebbe portare a una spirale di risentimento e vittimismo: potrebbe percepirsi come vittime di un’ingiustizia, rinforzando così la sua tendenza a evitare responsabilità.

Una strategia più efficace consiste invece nel far sì che affronti le conseguenze dirette delle sue azioni in modo pratico.

Esempio pratico per capire meglio

Mettiamo che tu sia il responsabile di un team e uno dei membri continua a mancare scadenze importanti, adducendo puntualmente scuse come “Non ho ricevuto l’e-mail” o “Non avevo capito che fosse così urgente”.

Cosa puoi fare?

“Punirlo” con un rimprovero formale o con una sanzione potrebbe alimentare il suo senso di ingiustizia e portarlo a chiudersi ancora di più in se stesso.

Un approccio più costruttivo potrebbe essere quello di chiedergli di recuperare il lavoro perso e assegnargli dei compiti aggiuntivi per compensare il ritardo.

Ad esempio, se il tuo collaboratore non ha completato un report, potresti chiedergli di rivedere non solo quel report, ma anche di completare un altro progetto in sospeso, facendogli così comprendere che le sue azioni hanno delle conseguenze reali e concrete. Questo approccio funziona perché permette al collaboratore di comprendere che il comportamento passivo-aggressivo non porta vantaggi, anzi, lo costringe a lavorare di più per rimediare agli errori.

In questo modo, non ti poni come un’autorità punitiva, ma come qualcuno che richiede il rispetto delle regole e delle responsabilità condivise. L’obiettivo è far sì che la persona impari che evitare il confronto diretto o cercare scuse non è una strategia utile, e che affrontare le responsabilità in modo corretto è la strada migliore per mantenere un ambiente di lavoro virtuoso.

⚠️ Alert

Ovviamente, non si tratta assolutamente di opprimere o raggirare il collaboratore, ma di promuovere la responsabilità e la comunicazione aperta. Se il collaboratore ha delle difficoltà o delle obiezioni sulle attività, è essenziale che le esprima in modo trasparente, invece di ricorrere a scuse o comportamenti passivo-aggressivi. L’obiettivo è creare un ambiente di lavoro dove le responsabilità vengono affrontate e risolte insieme, senza evitare il confronto.

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7) Relazionarsi con persone passivo-aggressive: vuoi fare il prossimo passo con noi?

Affrontare il comportamento passivo-aggressivo, soprattutto se di una persona molto vicina a noi, può essere un’impresa difficile e richiede consapevolezza, pazienza e una buona dose di assertività.

In questo articolo, abbiamo visto alcune strategie per gestire meglio queste dinamiche che, se utilizzate con costanza, potranno esserti molto utili. Tuttavia, se ti trovi spesso a dover affrontare questo tipo di atteggiamenti, considera l’opzione di iniziare un percorso personalizzato con uno psicologo.

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E se la persona che ha modalità passivo-aggressive fossi tu?

Riconoscere che potresti avere atteggiamenti passivo-aggressivi può essere fonte di discomfort, ma è un passo fondamentale verso il miglioramento della tua vita. Forse eviti i conflitti, rimandi compiti che non vuoi svolgere, o esprimi il tuo malcontento con commenti sarcastici. Anche se questi comportamenti possono sembrare una “difesa efficace”, in realtà creano tensioni e, nel lungo periodo, possono danneggiare le tue relazioni.

Se riconosci in te stesso questi schemi, è importante riflettere su cosa li alimenta. Potrebbe trattarsi della paura di un confronto diretto (molto spesso è così), del timore di non essere ascoltato/a se parlassi chiaro, oppure di un comportamento radicato che si è trasformato in una abitudine. Prendere consapevolezza di questi meccanismi è il primo passo verso il cambiamento. Lavorare sulla tua assertività e imparare a esprimere i tuoi bisogni in modo chiaro e diretto non solo migliorerà le tue relazioni, ma ti farà sentire più autentico e in armonia con te stesso o te stessa.

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