Ansia e paura: perché occuparsi è più utile che preoccuparsi
👉 “Occuparsi è più utile che preoccuparsi”: questa è una delle regole per me più importanti per affrontare ansia e paura, e oggi vorrei che la facessi tua
Ci sono diversi modi per gestire ansia e preoccupazioni, ma una linea guida mentale che trovo particolarmente utile è quella racchiusa nella frase: occuparsi è più utile di preoccuparsi.
Intendo dire che spesso preferiamo preoccuparci del domani, invece che occuparci del presente. E, se ci fai caso, questo non ha molto senso, perché il tuo futuro è determinato da ciò che fai o non fai ora.
In questo articolo, esploreremo tre esercizi pratici che ti aiuteranno, da diverse prospettive, a passare dalla preoccupazione passiva per il futuro all’azione proattiva nel presente. Anziché rimanere bloccato nei tuoi pensieri ansiosi, questi tre esercizi ti spingeranno a guardare in faccia le tue paure, a valutare il loro impatto reale nella tua vita, e a investire tempo ed energie nella ricerca di soluzioni.
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COSA TROVERAI IN QUESTO ARTICOLO:
- L’idea alla base del principio “occuparsi è più utile che preoccuparsi”
- La linea della paura: quanto ti spaventa da 0 a 100?
- Valuta l’impatto del problema a lungo termine: la regola del 5
- La regola dell’80-20: distribuisci meglio preoccupazione e ricerca di soluzioni
- Conclusione – “Occuparsi è più utile che preoccuparsi”: vuoi fare il prossimo passo con noi?
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1) L’idea alla base del principio “occuparsi è più utile che preoccuparsi”
L’idea alla base del principio “occuparsi è più utile che preoccuparsi” è che le preoccupazioni non risolvono i problemi; al contrario, ci tengono fermi, concentrati su ciò che potrebbe andare storto o drammaticamente male. Quando invece ci occupiamo attivamente delle nostre preoccupazioni, iniziamo ad assumere gradualmente padronanza della situazione, a fare progressi e, di conseguenza, a ridurre l’ansia.
Dunque, quando sei preoccupato o preoccupata per qualcosa, invece di spendere tutto il tuo tempo ad allarmarti e rimuginare, chiediti: “Cosa posso fare ora per occuparmi di questo timore?”.
- Piuttosto che preoccuparti costantemente del risultato di un esame, puoi occuparti del presente studiando in modo efficace e organizzando il tuo materiale di studio. Puoi creare un piano di studio dettagliato e dedicare tempo ogni giorno per prepararti al meglio.
- Invece di passare il tempo a preoccuparti delle eventuali difficoltà finanziarie future, puoi occuparti del presente pianificando il tuo budget, risparmiando denaro e cercando opportunità per aumentare le tue entrate.
- Invece che preoccuparti per una riunione lavorativa importante, puoi metterti di buona lena a partire da adesso per prepararti al meglio.
Quando ti concentri su ciò che puoi fare nel presente, acquisci maggior controllo della situazione e riduci l’ansia che deriva dall’incertezza. Ed è proprio su questo principio che si basano i tre esercizi che ti propongo: ti aiuteranno a trasformare la preoccupazione in azione concreta, dandoti gli strumenti per affrontare le tue paure con maggiore chiarezza e fiducia.
1) La linea della paura: quanto ti spaventa da 0 a 100?
Il primo esercizio consiste nel tracciare una linea su un foglio e scrivere “zero” da una parte e “100” dall’altra.
Sotto la voce 100 scrivi la tua paura più grande. Se si realizzasse sarebbe veramente un disastro terribile. Nel mio caso: la perdita di tutti i membri della mia famiglia e del mio lavoro, in contemporanea. Questa per me sarebbe una catastrofe enorme.
Ora pensa alla cosa che ti preoccupa e posizionala su questa scala numerata: rispetto cioè alla tua “paura 100”, come posizioni ciò che ti sta assillando?
Ad esempio che quel cliente non ti sta pagando? O che hai litigato con tua moglie e devi trovare un modo per recuperare la relazione? O che non capisci come utilizzare il software di fatturazione elettronica e il servizio clienti ti sta facendo aspettare giorni per darti la risposta che cerchi?
Di norma, questo esercizio ci aiuta a dare il giusto peso a ciò che ci preoccupa. Non si tratta, attenzione, di sminuire la tua emozione, ma di guardarla all’interno di un panorama più dettagliato. Serve cioè a relativizzarla, a collocarla nel giusto posto, ad acquisire maggiore serenità e quindi poterti rimboccare le maniche per occuparti quel determinato problema.
💡 Occuparsi è più utile che preoccuparsi: invece di rimanere bloccato nella paura, “occupati” di capire la sua reale portata. Questo ti aiuta a vedere il problema nella sua vera “dimensione” e, di conseguenza, a prendere le misure necessarie per affrontarlo con maggiore lucidità e concretezza.
2) Valuta l’impatto del problema a lungo termine: la regola del 5
Un secondo esercizio interessante consiste nel calcolare l’impatto nel tempo della situazione che ti sta preoccupando.
Chiediti: quanto durerà questa preoccupazione? Avrà un impatto su di me per 5 giorni? Per 5 mesi? O per 5 anni?
Spesso tendiamo a sovrastimare l’importanza delle nostre preoccupazioni. Proiettare il problema su una prospettiva temporale ci aiuta ad essere un po’ più oggettivi e capire quanto effettivamente allarmarci per ciò che ci stai preoccupando in questo momento.
💡 Occuparsi è più utile che preoccuparsi: invece di preoccuparti incessantemente, fai uno sforzo attivo per mettere la paura in prospettiva temporale, il che ti aiuta a “occuparti” del problema nella misura in cui è effettivamente necessario.
3) La regola dell’80-20: distribuisci meglio preoccupazione e ricerca di soluzioni
Il terzo esercizio è costruito attorno ai numeri 80 e 20.
È infatti nostra abitudine dedicare l’80% della nostra attenzione a preoccuparci del problema che abbiamo, e solo il 20% a trovare soluzioni.
Quello che ti invito a fare è invertire questa tendenza:
- prova a dedicare il 20% del tuo tempo e delle tue energie a vivere il problema, ossia stare dentro ciò che ti spaventa, pensarci e preoccupartene
- e l’80% a risolvere il problema, quindi trovare soluzioni concrete o acquisire competenze che evidentemente ad oggi non hai e che ti permetterebbero di meglio capire ciò che ti sta accadendo e capire quali azioni mettere in campo (quindi studiare, leggere, confrontarsi, sperimentare).
💡 Occuparsi è più utile che preoccuparsi: dedicare più energie a cercare soluzioni piuttosto che a rimuginare sui problemi ti permette di fare passi reali verso la risoluzione di ciò che ti assilla, riducendo la presa di ansia e preoccupazioni.
4) Conclusione – “Occuparsi è più utile che preoccuparsi”: vuoi fare il prossimo passo con noi?
In questo articolo abbiamo esplorato tre esercizi pratici che possono darti una mano nel trasformare le tue preoccupazioni spingendoti verso azioni concrete.
Tracciando la linea della paura, puoi dare il giusto peso alle tue preoccupazioni e dunque occupartene con maggior chiarezza e lucidità. Valutando l’impatto dei problemi a lungo termine, puoi ridimensionare le ansie e concentrarti sulle soluzioni nel presente. E infine, applicando la regola dell’80-20, puoi spostare la tua attenzione dalla preoccupazione alla risoluzione.
Ricorda: occuparsi è più utile che preoccuparsi. Quando sposti l’attenzione da ciò che ti preoccupa alla ricerca di soluzioni, non solo riduci le tue paure, ma ti metti anche nelle condizioni di risolvere i problemi con maggiore efficacia. Concentra le tue energie su ciò che puoi fare oggi per migliorare la tua situazione, un passo alla volta.